Gli imprenditori auspicano politiche costruttive

1 Ottobre 2018 Comunicati stampa

Il mondo politico svizzero si attiva attualmente su più fronti per trovare soluzioni in grado di ottenere maggioranze politiche. La riforma dell’AVS e lo sviluppo delle relazioni bilaterali con l’Unione Europea sono al centro di controversie. Questo è fonte di incertezze di cui soffre anche la piazza economica svizzera. L’Unione svizzera degli imprenditori si appella alle forze costruttive del nostro paese.

Dopo molti anni di negoziazioni in materia di relazioni commerciali tra l’UE e la Svizzera, si cerca oggi una soluzione, sotto forma di un accordo quadro istituzionale, capace di raccogliere maggioranze nel mondo politico interno ed esterno. L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) saluta con favore la volontà del Consiglio federale di continuare a negoziare le questioni aperte con l’UE sulla base del mandato di negoziazione in essere. Anche al capitolo delle misure di accompagnamento, l’USI pondera il risultato qualitativo dei negoziati in modo più importante rispetto alla velocità di questi ultimi. Si tratta di trovare soluzioni che non diminuiscano e non aumentino l’attuale livello di protezione dei salari. Sarebbe utile, per esempio, modernizzare gli aspetti tecnici delle procedure con lo scopo di ridurre i termini di notifica per i prestatori di servizi dell’UE.

Sul dossier che lega l’AVS alla Riforma fiscale, il dibattito della sessione autunnale alle Camere ha sortito un pacchetto che l’USI sostiene. Nell’ambito fiscale questo progetto crea delle condizioni chiare per la politica fiscale svizzera dei prossimi anni. Per la parte relativa all’AVS, invece, non si percepisce alcuna volontà reale di riforma. Al contrario, l’iniezione finanziaria prevista a beneficio dell’AVS elude i gravi problemi strutturali della previdenza vecchiaia. Da una parte, per il primo pilastro – finanziato attraverso il sistema di ripartizione – l’aumento dell’età pensionabile costituisce, di fronte all’invecchiamento della popolazione, una misura irrinunciabile se si auspica di mantenere a lungo termine l’attuale livello delle prestazioni. Dall’altra parte l’aumento di 0.3 punti dei contributi salariali promessi all’AVS limita fortemente il margine di manovra disponibile per stabilizzare il secondo pilastro. Nel settore della previdenza professionale obbligatoria, infatti, non è possibile ottenere una riduzione sensibile del tasso di conversione con un’adeguata compensazione senza un aumento sensibile dei contributi salariali. Per questo motivo l’USI si appella ai responsabili politici, invitandoli ad affrontare senza indugi l’urgente riforma strutturale dell’AVS. Essa si opporrà fermamente a tutte le future proposte nell’ambito della riforma dell’AVS che avranno l’effetto di aumentare il costo del lavoro.

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