Mandato per il Consiglio federale

27 Settembre 2020 Opinioni

L’elettorato svizzero ha fatto chiarezza. Con il 61% di No, ha nettamente respinto l’iniziativa “per la limitazione” dell’UDC. È stata così sventata la disdetta degli accordi bilaterali, che sarebbe stata inevitabile in caso di accettazione dell’iniziativa. Il popolo ha deciso di non volersi imbattere in questo vicolo cieco. Ha invece confermato ancora una volta una politica europea che si concentra su una cooperazione con l’Unione europea, equilibrata e basata sugli interessi, invece che su una pericolosa via solitaria. I datori di lavoro prendono atto con grande sollievo di questa decisione popolare. Il rifiuto dell’iniziativa per la limitazione evita la rottura con l’UE, mentre la libera circolazione delle persone viene mantenuta.

Gli elettori sono stati chiaramente convinti dai risultati che gli accordi bilaterali hanno permesso di raggiungere: i trattati facilitano la comprensione tra popoli, ma limitano l’immigrazione nella misura necessaria, proteggono i salari svizzeri, promuovono il commercio tra i paesi e, in ultima analisi, creano benessere per tutti.

I timori che gli iniziativisti hanno tentato di sollecitare con quella che considerano un’immigrazione incontrollata, non hanno fatto presa. Per fortuna: se la Svizzera, con l’invecchiamento della popolazione, vuole mantenere il suo benessere e un sistema sanitario di alta qualità, non può fare a meno di lavoratori provenienti dall’estero per compensare la carenza di manodopera interna. La Svizzera, il paese più diversificato d’Europa, è ben attrezzata per farlo. I suoi abitanti sono particolarmente bravi ad accogliere gli immigrati nel loro luogo di residenza e ad integrarli nel mondo del lavoro.

Con il risultato della votazione, si conclude anche una fase di tentennamenti. Il Consiglio federale ha ricevuto dal popolo un mandato inequivocabile. Esso è ora chiamato a riprendere in mano le redini dell’accordo quadro istituzionale e, conformemente alla sua tabella di marcia, portare a Bruxelles i risultati della consultazione politica interna sulle tre aree controverse: la direttiva sui cittadini dell’UE, gli aiuti di Stato e le misure di accompagnamento. Gli interessi della politica europea devono essere ponderati in modo tale che il percorso bilaterale non solo possa essere assicurato, ma anche rinnovato e ampliato.

Per quanto riguarda le misure d’accompagnamento (FlaM), l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) si impegna con le parti sociali a mantenere l’attuale livello di protezione dei dipendenti. Secondo l’USI, ciò è possibile nell’ambito dell’accordo quadro negoziato, se il sistema duale di esecuzione esistente in Svizzera, l’obbligo di cauzione e altri punti vengono assicurati nel diritto internazionale. È inoltre necessaria una garanzia da parte dell’UE che l’attuale livello di protezione non sia inferiore in futuro (“grandfathering”).