In un primo momento sembrava che il Consiglio degli Stati potesse fare passi avanti con la riforma della previdenza professionale già in estate. La sua commissione aveva proposto un nuovo modello di compensazione; ma, all’ultimo momento questo è stato sostituito da una proposta individuale. Probabilmente per questo motivo, durante la sessione estiva, il Consiglio degli Stati ha tenuto il dibattito per l’entrata in materia che come prevedibile è rimasto senza contestazioni da parte di tutti partiti, ma ha poi rimandato il progetto alla commissione per ulteriori approfondimenti.
Nell’ultima settimana della sessione invernale, il Consiglio degli Stati ha portato a termine le consultazioni tematiche del progetto di riforma. L’ulteriore lavoro della commissione sembra essere stato proficuo: il Consiglio ha accettato una versione leggermente adattata della proposta originale e ha seguito in diversi punti le decisioni della commissione presentate in estate. Poiché il progetto si differenzia dalla decisione del Consiglio nazionale, seguirà ora una procedura di appianamento delle divergenze.
Rispetto ai lavori preparatori del Consiglio federale e alle decisioni del Consiglio nazionale, spiccano tre adattamenti da parte del Consiglio degli Stati: prima di tutto, come il Consiglio nazionale, esso vuole ridurre la soglia di entrata. Con questa soglia viene definito il salario annuo minimo che i lavoratori devono percepire per essere assicurati al secondo pilastro. In maniera concreta questa soglia dovrebbe essere ridotta di circa 4000 franchi (17’208 franchi), di cui ne approfitterebbero soprattutto gli assicurati che svolgono lavori a tempo parziale e nei settori con bassi salari. In secondo luogo, la deduzione di coordinamento dovrebbe essere diminuita al 15 percento del salario imponibile all’AVS, così che una parte maggiore del salario possa essere assicurato nella previdenza professionale. In questo contesto, il Consiglio degli Stati va addirittura oltre le precedenti decisioni del Consiglio federale e nazionale. A beneficiarne saranno soprattutto le donne, dato che queste sono maggiormente rappresentate nei rapporti di impiego.
In terzo luogo, il Consiglio degli Stati propone una nuova variante di compensazione per gli assicurati di 15 annate nella generazione di transizione: in sostanza, i beneficiari di una nuova pensione LPP che dispongono di un capitale di risparmio relativamente basso, riceveranno un aumento di pensione a vita. Questa variante riguarda in modo particolare persone con lavori a tempo parziale, oppure con molteplici lavori o con interruzioni di carriera. Secondo le prime stime, potranno beneficiare di queste misure circa tre quarti di tutte le donne che percepiscono di una nuova rendita di pensione. Come emerge dal dibattito, il Consiglio degli Stati sembra fare sul serio riguardo alle promesse fatte nel contesto della riforma dell’AVS e dunque migliorare direttamente la situazione pensionistica delle donne nel secondo pilastro.
Per i datori di lavoro, la priorità principale è che il progetto passi il più presto possibile attraverso la procedura di appianamento delle divergenze. Nonostante l’aumento dei tassi di interesse, in particolare gli istituti di previdenza che operano vicino al minimo legale delle prestazioni sono fortemente sotto pressione a causa delle correzioni del mercato azionario. Di conseguenza, l’Unione svizzera degli imprenditori analizzerà le decisioni prese dal Consiglio degli Stati e deciderà se appoggiare il progetto nella sua forma modificata.