30 anni dopo il NO allo Spazio economico europeo (SEE): le personalità di spicco lanciano un appello ad una rapida azione

6 Dicembre 2022 News

Il 6 dicembre a Berna su iniziativa e in collaborazione con Piattaforma-Svizzera-Europa, l'alleanza aperta+sovrana lancia un appello all'azione a livello nazionale. 197 personalità svizzere di spicco, tra cui otto membri di Governi passati, chiedono al Consiglio federale di agire rapidamente e di fare chiarezza prima delle elezioni federali su come intende impostare le relazioni con l'UE, integrando meglio le realtà europee.

La stabilizzazione delle relazioni tra la Svizzera e l’UE non deve essere più rimandata: la posta in gioco è troppo alta. Con questo chiaro messaggio, personalità provenienti da ogni parte del paese si rivolgono ai politici e al Governo ma anche all’opinione pubblica. L'”Appello all’azione” è sostenuto non solo dai già Consiglieri federali Pascal Couchepin, Joseph Deiss, Ruth Dreifuss, Arnold Koller, Moritz Leuenberger, Doris Leuthard, Ruth Metzler e Samuel Schmid, ma anche da molti altri nomi noti della politica, dell’economia, della cultura, della Chiesa e della società civile. L’appello è stato ad esempio firmato da Markus Dieth, Rita Famos, Jürg Grossen, Christoph Franz, Stefan Haupt, Eva Herzog, Franz Hohler, Irène Kälin, Xavier Koller, Filippo Lombardi, Adolf Muschg, Claude Nicollier, Monika Rühl, Regula Rytz, Valentin Vogt e Laura Zimmermann.

Il commercio, la ricerca e la formazione, l’energia e l’ambiente sono solo alcuni dei settori in cui la Svizzera già da diversi anni non è riuscita a cogliere le opportunità di una stretta collaborazione con l’UE. Alla luce dell’aggravarsi della crisi globale, ulteriori attese e postici non sono una buona strategia. I migliori e più affidabili partner della Svizzera sono i suoi vicini europei. L’alternativa a un ulteriore sviluppo del nostro partenariato con l’UE, garantito contrattualmente, non è lo status quo, ma una pericolosa erosione della cooperazione raggiunta. Per questo motivo il Consiglio federale è chiamato a lavorare rapidamente per trovare una soluzione valida. Già oggi, un’ampia alleanza è pronta ad aiutarlo a raggiungere la maggioranza in caso di referendum.

L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) ritiene importante che le differenze politiche interne vengano approfondite per trovare soluzioni accettabili per tutte le parti. I datori di lavoro restano convinti che per il successo dei negoziati sia indispensabile un’ampia accettazione politica interna.

È necessario fare progressi nella politica interna in particolare per quanto riguarda la protezione dei salari. In linea di principio, i partner sociali concordano sulla necessità di mantenere a tutti i costi il livello di protezione dei salari in Svizzera. Ma sussistono differenze sulle possibili misure per rafforzare il livello di protezione. Mentre i sindacati continuano a bloccare la questione, gli imprenditori sono convinti che il livello di protezione dei salari possa essere mantenuto anche con misure più compatibili con l’UE. La doppia applicazione dei controlli salariali da parte dei partner sociali e la regolarità dei controlli possono essere garantite anche in futuro.

La protezione dei salari nell’UE è migliorata notevolmente negli ultimi anni, perché anche nell’UE vale il principio della parità di retribuzione di lavoro nello stesso luogo. L’USI invita nuovamente i sindacati affinché segnalino la loro disponibilità a discutere le misure. È importante sedersi intorno a un tavolo insieme ai sindacati e mettere in discussione in modo critico tutte le misure.