Anche il Consiglio degli Stati si oppone alla 13a mensilità AVS

15 Marzo 2023 News

Dopo il preavviso della Commissione sicurezza sociale e sanità (CSSS-S) il Consiglio degli Stati si è occupato nella sessione primaverile di due iniziative AVS, che affrontano il futuro finanziario della previdenza vecchiaia da due prospettive diametralmente opposte. Mentre il rifiuto di una tredicesima mensilità AVS, non finanziabile, viene salutato con favore dai datori di lavoro, dovrebbe essere portata avanti l’idea di base dell'iniziativa sulle pensioni; anche questa è stata respinta.

La prima proposta – l’ampliamento delle prestazioni difficilmente finanziabile sotto forma di una tredicesima mensilità AVS per tutti – era già stata nettamente respinta dal Consiglio nazionale in occasione della sessione invernale. Ora anche la Camera alta si è espressa con un chiaro “No” all’iniziativa popolare, in linea con la maggioranza borghese. Come il Consiglio federale, la maggioranza di entrambe le Camere ritiene insostenibili i costi finanziari aggiuntivi di una tredicesima mensilità AVS. Secondo il Governo, l’accettazione dell’iniziativa comporterebbe entro il 2032 una spesa aggiuntiva di circa cinque miliardi di franchi. Senza contromisure, un rapporto commissionato dalla CSSS-N stimava addirittura un deficit cumulativo dell’AVS di circa 100 miliardi di franchi. È ovvio che non vi siano margini di manovra finanziari per aumenti indiscriminati delle rendite secondo il principio dell’annaffiatoio; questo è ora stato chiaramente confermato anche dal legislatore.

Purtroppo, il Consiglio degli Stati ha chiaramente respinto anche l’iniziativa dei Giovani Liberali “Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)” con 30 voti contro 11; anche l’idea di un controprogetto non verrà perseguita.

Contrariamente a quanto fatto per la 13ma mensilità AVS, in relazione a questo progetto l’Unione svizzera degli imprenditori aveva espresso un parere positivo. Oltre alle misure di stabilizzazione dell’AVS già ampiamente discusse, l’iniziativa contiene un elemento nuovo e finora unico sotto forma di un automatismo: all’aumento dell’età di pensionamento a 66 anni farebbe seguito un legame diretto all’aspettativa di vita. Uno studio dell’UBS ha recentemente dimostrato che questa proposta potrebbe da sola stabilizzare il primo pilastro per i prossimi decenni. Anche dopo l’accettazione di AVS 21, la ristrutturazione dell’AVS rimane urgente e deve essere risolta per gli anni successivi al 2030. L’iniziativa deve ora essere esaminata dal Consiglio nazionale. I datori di lavoro sperano che la Camera del popolo sia più aperta alle giustificate preoccupazioni dei Giovani liberali, o che almeno adotti l’automatismo proposto dall’iniziativa come meccanismo alla base di un controprogetto.