Sono trascorse appena due settimane da quando l’elettorato ha votato a favore di AVS21, la riforma urgente e necessaria del sistema di sicurezza sociale più importante della Svizzera. Di fronte a una politica di blocco senza precedenti da parte dei sindacati e della sinistra, questo Sì era tutt’altro che scontato. Tuttavia, è stato dimostrato che – se sostenute da una forte alleanza – le soluzioni borghesi sono in grado di ottenere la maggioranza anche nella politica sociale.
Con i risultati della votazione del 25 settembre, questa legislatura, ormai conclusa per tre quarti, è riuscita almeno a lasciare un segno positivo. Tuttavia, il bilancio dopo tre anni è preoccupante. Sono fallite importanti riforme fiscali, la questione europea si è arenata e si sono incomprensibilmente accumulati ritardi nella riforma del secondo pilastro.
L’attuale ritardo delle riforme e delle azioni minaccia il benessere del nostro paese ed è dovuta principalmente all’atteggiamento del Parlamento, in particolare del Consiglio nazionale, che si è dimostrato significativamente più instabile dopo le elezioni del 2019 e il conseguente slittamento a sinistra. Di conseguenza, in molti casi le decisioni della camera grande non sono equilibrate. E spesso il Consiglio degli Stati, con i suoi membri borghesi, deve apportare correzioni che richiedono molto tempo.
Un sondaggio postelettorale condotto dalla SSR sulle elezioni federali del 2019 ha mostrato che solo il 5% degli elettori aveva votato in base a criteri economici. Sembra quasi che gran parte della popolazione non sia più consapevole del fatto che solo un’economia sana e prospera garantisce il nostro reddito. Questa mancanza di comprensione per le questioni economiche, ma anche per quelle agricole, è pericolosa. In fin dei conti, sono questi settori a garantire una fornitura sufficiente di beni e servizi importanti e a creare ulteriori posti di lavoro, che in ultima analisi garantiscono anche i nostri sistemi di sicurezza sociale.
La pressione a favore di riforme rimarrà forte anche in futuro. Anche la Svizzera deve adattarsi alle nuove condizioni per non perdere terreno nella competizione globale. Lo sviluppo demografico sta avanzato e rende indispensabili ulteriori riforme della previdenza vecchiaia. A medio termine, non sarà possibile aggirare la necessità di innalzare l’età pensionabile. Ma queste e altre riforme necessarie sono fortemente rallentate dall’attuale situazione politica. Gli ultimi tre anni hanno dimostrato che le cerchie rosso-verdi non hanno ricette per i problemi più importanti di questo paese.
In vista delle elezioni del 2023, gli elettori devono tornare a rendersi conto che solo un’economia sana e prospera può garantire il benessere di questo paese. Le organizzazioni mantello dell’economia e dell’agricoltura sono convinte che il risultato elettorale del 2019 debba essere corretto in occasione delle prossime elezioni federali. Per questo motivo, lanciano una campagna congiunta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni economiche e agricole e per fungere da piattaforma per le elezioni del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati.
Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito www.prospettivasvizzera.ch