Con un orario di lavoro flessibile tutti vincenti

6 Dicembre 2018 Procedure di consultazione

L'Unione svizzera degli imprenditori accorda il suo sostegno a due iniziative parlamentari che vogliono snellire la registrazione dell’orario di lavoro in funzione delle realtà del mondo del lavoro attuale. Un adeguamento dell’ordinanza intende mettere su un piano di parità i settori che sono svantaggiati dalle disposizioni attuali in materia di registrazione degli orari.

La legge sul lavoro regolamenta l’orario di lavoro e i periodi di riposo. Essa prescrive anche la registrazione dell’orario di lavoro. Fissa in particolare la durata massima settimanale del lavoro, la durata delle pause e dei periodi di riposo nonché la compensazione delle ore supplementari. Ma talune disposizioni di questa legge del 1964 non rispondono più alle esigenze del mondo moderno. È la ragione per la quale l’obbligo di registrare minuziosamente gli orari di lavoro è stato alleggerito tramite ordinanza all’inizio del 2016. Da allora, i lavoratori possono rinunciare alla registrazione se beneficiano di un reddito annuale lordo, bonus compresi, di almeno CHF 120’000 e se possono nella maggior parte dei casi determinare essi stessi i loro orari di lavoro. Questa esenzione dev’essere precisata in un contratto collettivo di lavoro (CCL).

L’ordinanza comporta una positiva certezza del diritto e riduce l’onere amministrativo che pesa sulle imprese. Nel frattempo, è emero però che non esistono in ogni ambito associazioni di lavoratori rappresentative e che la soglia di salario fissato, in particolare nei settori a basso valore aggiunto, è troppo elevata, anche per i quadri dirigenti. L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) si impegna pertanto per l’eliminazione di questa soglia discriminatoria.

Gli imprenditori confermano questa volontà prendendo posizione su due avamprogetti del Consiglio federale, che intendono modernizzare il mondo del lavoro. Essi sostengono da una parte l’avamprogetto relativo all’iniziativa parlamentare Keller-Sutter, che vuole colmare le lacune della regolamentazione dell’esenzione della registrazione dell’orario di lavoro, le quali sfavoriscono oggi ingiustamente alcuni settori. Occorre tuttavia notare che gli attuali CCL regolamentano la registrazione dell’orario di lavoro non devono in nessun caso essere messi da parte dal nuovo regolamento dell’iniziativa parlamentare. Dall’altra parte, gli imprenditori sostengono l’iniziativa parlamentare Graber, che vuole abolire i limiti settimanali dell’orario di lavoro massimo a favore di una durata del lavoro annua definita nella legge. Essi sottolineano tuttavia che i modelli attuali sul tempo di lavoro annuo che esistono all’interno e al di fuori di un CCL restano invariati e che la loro legalità non dev’essere messa in discussione dalle nuove disposizioni.

L’USI ha inoltre basato la propria posizione su alcune recenti ricerche dedicate all’orario di lavoro basato sulla fiducia. Uno studio svizzero ha mostrato per la prima volta che un alto livello di autonomia in materia di tempo di lavoro migliora sia le prestazioni personali dei dipendenti sia i risultati dell’impresa. Parallelamente, non si è osservato nessun effetto negativo in termini di sovraccarico e di esaurimento. Non è possibile stabilire un nesso causale tra la rinuncia alla registrazione dell’orario di lavoro e eventuali peggioramenti della salute dei lavoratori. La tesi centrale sulla necessità della registrazione del tempo non è quindi confermata.