In occasione della conferenza stampa tenutasi oggi a Berna, le quattro organizzazioni economiche mantello economiesuisse, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (usam), l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) e l’Unione svizzera dei contadini (USC) hanno presentato le loro posizioni relative alle votazioni federali del 25 settembre prossimo. Dopo l’apparizione comune in novembre 2021, le organizzazioni mantello, sostenute dall’USC, ribadiscono la chiara volontà di collaborare più strettamente sulle importanti questioni di politica economica e di lavorare insieme per le riforme liberali, la libertà economica, le condizioni quadro favorevoli alle imprese e la sicurezza.
Secondo il presidente dell’usam Fabio Regazzi, le associazioni vogliono contrastare l’agenda politica rossoverde mettendo l’accento sulla responsabilità individuale, la stabilità e buone condizioni quadro. La Svizzera approfitterebbe ampiamente della riforma dell’imposta preventiva, ha sottolineato durante la conferenza il presidente di economiesuisse Christoph Mäder. In questo modo si riporterebbe in Svizzera un significativo gettito fiscale che attualmente va perso a causa dell’eccessiva regolamentazione statale.
Valentin Vogt, presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, ha lanciato un appello urgente per l’adozione della riforma «AVS 21». Nella fase di avvicinamento verso il 25 settembre è necessario mobilitare ulteriormente la popolazione per sostenere questa importante proposta di legge. La sinistra e i sindacati, invece, si oppongono al progetto di legge mettendo in pericolo il futuro del più grande sistema sociale elvetico. Attraverso la riforma – equilibrata e un buon compromesso svizzero – tutti, giovani e anziani, sani e malati, e anche le donne, pagano un prezzo, ma al contempo tutti ne beneficiano. Valentin Vogt ha infatti ricordato che stabilizzando finanziariamente l’AVS possiamo fornire una risposta sostenibile ai suoi cambiamenti strutturali e compiere finalmente un passo avanti dopo 25 anni di riforme bloccate.
Non da ultimo, Markus Ritter, presidente dell’Unione svizzera dei contadini, ha spiegato le conseguenze dell’accettazione dell’iniziativa sull’allevamento intensivo: un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di origine animale con parallelo aumento delle importazioni e del turismo degli acquisti.