L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) continua a guardare con grande preoccupazione alla guerra e alle conseguenti sofferenze della popolazione civile in Ucraina. Anche a circa dieci mesi dall’inizio del conflitto, non si prevede che la situazione in Ucraina si stabilizzi nel prossimo futuro. Bisogna quindi aspettarsi tuttora atti di guerra in tutto il territorio ucraino. Alla luce di ciò il Consiglio federale ha deciso di non revocare lo statuto di protezione S fino al 4 marzo 2024, a meno che la situazione nel paese non si stabilizzi a lungo termine.
L’USI accoglie favorevolmente questa decisione e la sua tempestiva informazione, che crea chiarezza per coloro che chiedono protezione e per tutte le altre parti coinvolte, in particolare gli imprenditori. Questi ultimi sono convinti che la certezza di pianificazione che ne deriva incoraggerà le aziende a proseguire l’integrazione nel mercato del lavoro di coloro che richiedono protezione e a intensificarla ulteriormente offrendo loro posti di lavoro, stage e apprendistati. Di conseguenza, sarà importante prevedere periodi di transizione sufficientemente lunghi in modo che, dopo la revoca dello statuto di protezione, il rientro scaglionato possa avvenire in modo ordinato.
Già a metà ottobre, l’Unione europea aveva segnalato l’intenzione di estendere la protezione temporanea per i rifugiati ucraini fino alla primavera del 2024. In Svizzera, invece, lo statuto di protezione S rimarrà in vigore fino a quando il Consiglio federale non deciderà di revocarlo. Quest’ultimo ha ripetutamente sottolineato che la Svizzera si allineerà all’UE.
Lo statuto di protezione S è stato concepito dal legislatore per essere orientato al ritorno in patria. Non è quindi previsto che i rifugiati rimangano permanentemente in Svizzera dopo la fine della guerra. Ciò creerebbe una situazione in cui le persone provenienti dall’Ucraina sarebbero favorite rispetto a quelle provenienti da altri paesi terzi che si trovano in una situazione simile. Ciò creerebbe nuove incertezze in relazione alla base legale esistente per l’immigrazione di forza lavoro, cosa che si è trattata di evitare fin dall’inizio. L’USI accoglie quindi con favore il fatto che il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) stia già sviluppando un piano per la revoca dello statuto di protezione e il ritorno nel paese d’origine.