Restrizioni mirate sui contatti e prolungamento di aiuti

11 Dicembre 2020 News

Con il nuovo pacchetto di misure contro il coronavirus, il Consiglio federale vuole nuovamente riprendere in mano la situazione senza però mettere sotto tutela i Cantoni. I datori di lavoro non si oppongono a questa nuova stretta. Tuttavia, le misure devono essere mirate in modo specifico alla situazione epidemiologica regionale. Per attutire l'impatto, gli aiuti ai casi di rigore dovrebbero essere estesi come proposto dal Consiglio federale e introdotti con la massima priorità.

A causa dell’ulteriore incremento dei contagi di coronavirus, il Consiglio federale ha nuovamente annunciato misure di limitazione dei contatti più severe per cercare di contrastare la confusione che circonda la cooperazione tra Confederazione e Cantoni. Parallelamente alle nuove restrizioni, deve essere ulteriormente attenuato il danno economico. Il Consiglio federale intende modificare la legge Covid-19 e aumentare di 1,5 miliardi di franchi l’attuale programma per i casi di rigore. La metà di questi costi è a carico della Confederazione e dei Cantoni, con un contributo dei Cantoni pari al 33 per cento. Se necessario, la Confederazione dovrebbe poter iniettare i secondi 750 milioni di franchi come contributo supplementare alle misure cantonali per i casi di rigore, senza che i Cantoni debbano contribuirvi finanziariamente. In questo modo il Consiglio federale potrà sostenere i Cantoni particolarmente colpiti dalle misure di contenimento della pandemia di coronavirus.

Inoltre, il Consiglio federale prevede una nuova norma di delega con la quale i criteri di ammissibilità all’aiuto in caso di rigore possono, se necessario, essere allentati. In questo modo si intende aumentare il margine di manovra nel caso in cui la situazione dei contagi renda necessario un intervento rapido.

L’Unione svizzera degli imprenditori (USI) non si oppone ad ulteriori misure di politica sanitaria. Ma la Confederazione deve garantire un quadro di riferimento chiaramente definito senza mettere sotto tutela i Cantoni. Ciò consentirà ai Cantoni di intervenire in modo coordinato e di adattare i loro interventi in modo specifico alla situazione dei contagi nelle diverse regioni. Inoltre, le persone direttamente interessate sono più propense a sostenere misure coordinate a livello regionale. Lo Stato deve basarsi su questa accettazione e autodisciplina, perché la sua influenza nell’applicazione e nel controllo del rispetto delle misure è limitata, perlomeno per quel che riguarda gli incontri privati.

Anche per i datori di lavoro, regole chiare, coordinate e praticabili portano a una maggiore prevedibilità. Tuttavia, se l’attività commerciale viene fortemente limitata o addirittura resa del tutto impossibile, le aziende direttamente e indirettamente interessate devono essere aiutate. L’USI si pronuncia pertanto a favore di una compensazione in caso di limitazione da parte delle autorità, come già introdotto dal Consiglio federale e ora esteso nell’ambito del programma per i casi di rigore. Come nel caso della consultazione sul primo pacchetto per i casi di rigore, l’USI si aspetta che nei prossimi giorni il Parlamento introduca l’aumento delle indennità per i casi di rigore e che i Cantoni accelerino i lavori preparatori.

Inoltre, si devono utilizzare gli strumenti già consolidati per ammortizzare le crisi economiche, ossia l’indennità per lavoro a orario ridotto. Secondo l’USI dovrebbero rimanere disponibili per la durata dell’emergenza anche le indennità IPG. Esse attenuano la perdita di reddito per i lavoratori indipendenti direttamente e indirettamente interessati, che non hanno diritto all’indennità di disoccupazione.