L’invecchiamento della popolazione in Svizzera rafforzerà la necessità per le persone che svolgono un’attività lucrativa di occuparsi dei loro familiari o dei parenti stretti. Allo scopo di garantire la continuità di queste cure, il Consiglio federale intende adottare diverse misure destinate ad alleggerire il carico di queste persone. In concreto, si tratta di introdurre un congedo pagato supplementare per compiti assistenziali di breve durata a favore di parenti e parenti stretti, nonché un congedo pagato più lungo per occuparsi di bambini con gravi problemi di salute. Inoltre, la cerchia di persone che possono pretendere assegni di assistenza nell’AVS, dovrebbe essere ampliata.
Le sfide demografiche concernono l’insieme della società. In tale contesto, i datori di lavoro sono pronti ad assumere le loro responsabilità e a contribuire all’armonia tra vita professionale e vita familiare. In particolare, essi possono pianificare degli orari di lavoro adeguati all’assistenza di parenti. Oggi, ad esempio, vengono ricercate soluzioni individuali a livello dell’impresa, che comprendono spesso generose prestazioni volontarie concesse dai datori di lavoro.
L’Unione svizzera degli imprenditori si oppone però fermamente ad ogni misura tendente ad imporre – attraverso regolamentazioni – questa sfida al mondo del lavoro, ossia con nuovi oneri che gravano sul fattore lavoro. Anche le varie proposte della consultazione sulla Legge federale sul miglioramento della conciliabilità tra attività professionale e assistenza ai familiari pongono seri problemi alle imprese e questo sotto molteplici aspetti. È particolarmente difficile per le piccole società, sia sul piano finanziario che organizzativo, compensare delle assenze supplementari senza che la loro organizzazione ne risenta. Motivo in più per non costringere legalmente gli imprenditori a fornire delle soluzioni uniformi e per lasciare, al contrario, offrire ai loro dipendenti formule più adeguate ai loro casi individuali nonché alle realtà dell’impresa.