Per fare una buona politica bisogna dialogare con i gruppi d’interesse

Il Consiglio degli Stati ha incaricato la sua commissione delle istituzioni politiche di elaborare un progetto di legge che mira alla trasparenza in materia di lobbismo nei confronti dell’Assemblea federale. La commissione propone oggi di ridurre il numero di lobbisti e di far pubblicare i loro mandati in un registro. I datori di lavoro ritengono tuttavia che una buona politica debba essere accompagnata da un dialogo permanente con dei gruppi di interesse e un ampio ventaglio di opinioni.

Applicando un’iniziativa parlamentare, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati presenta delle proposte a favore della trasparenza del lobbismo alle Camere federali. Tra le altre misure previste, in futuro ogni parlamentare potrà fornire solo un’autorizzazione d’accesso a Palazzo federale ai lobbisti – contro le due di oggi. Inoltre, i rappresentanti di interessi autorizzati dovranno pubblicare i loro mandati in un registro.

Nella sua risposta alla procedura di consultazione, l’Unione svizzera degli imprenditori respinge il progetto della maggioranza della commissione nonché il controprogetto della minoranza. Una buona politica, afferma essa, si basa su un dialogo permanente tra politici e gruppi d’interesse e tiene conto di un ampio ventaglio di opinioni. Il lobbying è indissociabile dal nostro sistema politico ed è integrato nella Costituzione federale. Nulla giustifica dunque che occorre limitare il numero dei lobbisti. Con 492 autorizzazioni d’accesso, la regolamentazione attuale si è rivelata efficace. Essa è semplice, adatta alle necessità del nostro Parlamento di milizia efficiente, istituzionalmente riconosciuta e superiore a tutte le proposte di emendamento in discussione.