Abuso

«È troppo presto per gettare la spugna»

2 Ottobre 2018 Rassegna stampa

«Si deve insistere»: con queste parole il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha spiegato venerdì il nuovo tentativo del Consiglio federale di dialogare con le parti sociali invista di un accordo quadro con l'Unione europea. «Ciak azione» per la seconda volta dunque, dopo l'abbandono del tavolo negoziale da parte dei sindacati. Il mandato di negoziazione del Consiglio federale non permette discussioni sulle misure d'accompagnamento: come ha precisato Cassis, con l'attuale mandato non è possibile trattare termini di notifica più brevi per le ditte estere che impiegano distaccati (la cosiddetta regola degli otto giorni, lo ricordiamo, è per Bruxelles contraria all'accordo sulla libera circolazione). Abbiamo interpellato il presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI) Valentin Vogt a margine di una conferenza stampa dell'associazione a Lugano. Continuare a leggere

Maggiori controlli non porteranno a un miglioramento nell’esecuzione delle misure

Nell’ambito delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone, l’ordinanza chiede che l’insieme delle imprese in Svizzera che assumono dei lavoratori distaccati subiscano almeno 27'000 controlli all’anno per quanto concerne le condizioni di salario e di lavoro. Questa esigenza minima dev’essere aumentata del 30% a 35'000 controlli. I datori di lavoro ritengono inefficace questa misura, poiché quantità non fa rima forzatamente con qualità. Continuare a leggere