Un dettame salariale antisociale

4 Giugno 2021 Opinioni

Nel 2017, il Tribunale federale ha dato il suo nullaosta all’introduzione di un salario minimo nel cantone di Neuchâtel. Da allora, altri cantoni – Giura, Ginevra e Ticino – hanno seguito l’esempio e introdotto un salario minimo. Il 13 giugno, Basilea Città sarà il primo cantone della Svizzera tedesca a votare un salario minimo legale. Se l’iniziativa “Nessun salario al di sotto dei 23 franchi svizzeri” sarà accettata alle urne, la flessibilità salariale basata sull’effettivo valore aggiunto nelle aziende sarà sostituita da un dettame dello Stato. L’introduzione di un salario minimo di circa 4.000 franchi, che è estremamente alto per gli standard internazionali, può essere visto come un atto di solidarietà ben intenzionato. Ma a ben guardare, questo vincolo è una misura dirigista, antisociale e distruttrice di ricchezza.

Che sia a Basilea Città o altrove: un salario minimo cantonale indebolisce inevitabilmente il mercato del lavoro regionale, distruggendo posti di lavoro poco qualificati e temporanei. Per esempio, le persone con un basso livello di istruzione, prestazioni ridotte o carenze linguistiche, ma anche gli studenti o le persone che rientrano dopo una pausa nel mondo del lavoro, sono spinte fuori dal mercato. I lavoratori a basso salario in lavori di nicchia sono quindi i primi perdenti del salario minimo. Ma la misura stravolge anche l’intera struttura salariale di un’azienda. Un salario di ingresso più alto spinge verso l’alto tutti i salari più alti di un’azienda, riducendo così la sua competitività. Questo costituirebbe una seria minaccia per molti posti di lavoro in settori come l’industria alberghiera, che è già stata colpita duramente dalla crisi del coronavirus. Gli esperti sono da tempo d’accordo sull’effetto generale di questa misura sul mercato del lavoro: tutti presunti beneficiari del salario minimo si trovano alla fine in una situazione peggiore di quella in cui sarebbero se tale barriera fosse rimossa.

I lavoratori a basso salario in lavori di nicchia sono i primi perdenti di un salario minimo legale

Il salario minimo mette anche sotto pressione la formazione professionale. Se, in una determinata posizione, i lavoratori non qualificati possono guadagnare quanto i lavoratori qualificati, la loro volontà di sottoporsi alla formazione iniziale o continua ne risente. Questo è particolarmente fatale per i giovani che stanno per scegliere una professione e che, accecati da un salario minimo, hanno maggiori probabilità di optare contro un apprendistato. Infine, non dimentichiamo che l’apprendimento continuo è essenziale per la Svizzera come centro produttivo e polo scientifico, al fine di mantenere prospettive e una vita lavorativa soddisfacente per tutti.

L’introduzione dei salari minimi cantonali è anche un campanello d’allarme per un partenariato sociale che ha finora dimostrato il suo valore. Nel modello svizzero di successo, i salari e altre regolamentazioni sono fissati a livello dell’impresa o delle parti sociali. L’assenza di un salario standard fisso permette di tenere conto delle strutture regionali o delle diverse catene di valore all’interno di un settore e di preservare così il margine di manovra delle imprese. I salari standard e le condizioni di lavoro, per esempio, possono essere controllati dalle parti sociali. D’altra parte, l’introduzione di un salario minimo generale sposta il campo di negoziazione dalle parti sociali, abituate a concordare dati specifici, a una sfera politica spesso più incline a produrre regolamentazioni rigide. In questo caso, l’interventismo statale indebolisce un mercato del lavoro flessibile e adattabile, che è uno dei principali vantaggi competitivi dell’economia svizzera.

Infine, l’equilibrio sociale di un diktat salariale è molto discutibile. I salari minimi sono lungi dall’essere un ottimo strumento economico, poiché non tengono conto della situazione economica dei beneficiari. Gli studi mostrano, per esempio, che una parte significativa dei beneficiari del salario minimo, compresi gli studenti e i lavoratori part-time, vivono in famiglie benestanti. La conclusione è che per combattere efficacemente la povertà, la Svizzera deve continuare a sostenere in modo mirato i deboli con un’assistenza sociale basata sui bisogni reali o con prestazioni complementari. Per assicurarsi le risorse necessarie a questo scopo, bisogna tener presente che il benessere non è una legge di natura garantita per tutto il tempo, ma che deve essere mantenuta costantemente per mezzo di condizioni quadro favorevoli.