È opportuno aumentare ulteriormente i contingenti di Stati terzi

I contingenti attualmente previsti per dei lavoratori provenienti da Stati terzi e per i fornitori di servizi dell’UE/AELS che soggiornano più di 120 giorni sono ancora troppo bassi, tenuto conto delle esigenze dell’economia. I datori di lavoro chiedono che siano aumentati almeno fino al livello del 2014, facendo valere che un numero sufficiente di permessi per specialisti stranieri avrebbe un impatto positivo sulla garanzia dei posti di lavoro, sull’innovazione e sulla creazione di ricchezza in Svizzera.

Nel 2017, secondo la Segreteria di Stato per la Migrazione, le quote per i permessi di soggiorno di breve durata e dei permessi di soggiorno a favore di manodopera provenienti da Stati terzi e da fornitori di servizi dell’UE/AELS per una durata di soggiorno superiore a 120 giorni sono nuovamente aumentate, nonostante il lieve aumento delle quote nell’anno precedente. Come dimostra l’esempio del Cantone di Zurigo, il fabbisogno delle imprese di specialisti altamente qualificati provenienti da paesi terzi non può essere coperto esclusivamente dai lavoratori indigeni, poiché le quote per l’intero anno 2017 sono già esaurite prima di luglio.

Nell’ambito della revisione dell’Ordinanza sull’ammissione, il soggiorno e l’attività lucrativa (OASA), l’Unione svizzera degli imprenditori chiede dunque, per il prossimo anno, che i contingenti siano aumentati almeno al livello del 2014, in altre parole alle cifre di 5000 permessi di breve durata e 3500 permessi di soggiorno per specialisti provenienti da Stati terzi. Per i prestatori di servizi provenienti dall’UE/AELS, un aumento dei contingenti è necessario anche nel 2018, poiché l’esperienza insegna che anche qui i contingenti concessi vengono rapidamente esauriti.

L’esigenza di un aumento dei contingenti dev’essere vista in relazione al fatto che un approvvigionamento adeguato alle necessità dell’economia in personale crea e garantisce anche posti di lavoro indigeni. Tenuto conto del loro costo, le imprese assumono con molta prudenza specialisti provenienti da Stati terzi. Alcuni settori e imprese non possono però coprire il loro fabbisogno in personale qualificato grazie agli effettivi disponibili nel paese. La possibilità di occupare questi posti ha conseguenze estremamente positive, in particolare sotto forma di ulteriore creazione di impieghi, di slanci innovativi e di valore aggiunto per l’economia. Se, al contrario, un’impresa non può reclutare – se necessario all’estero – lo specialista mirato di cui ha bisogno ad esempio per il suo team di sviluppatori in IT, il progetto deve essere sviluppato fuori dalle nostre frontiere, e con questo anche la creazione di ricchezza.