Importanti aumenti salariali in tempi economicamente incerti sono poco ragionevoli

8 Agosto 2022 News

Le rivendicazioni salariali dei sindacati in tutti i settori e in tutte le imprese sono irrealistiche. L’«autunno salariale» procede come sempre: di norma, ogni impresa decide autonomamente se è possibile aumentare i salari. Alla luce delle cupe prospettive economiche, non è sensato iniziare ora una grande battaglia.

Alcune imprese, ma anche settori come la ristorazione, hanno già deciso di aumentare i salari. Non da ultimo a causa della mancanza di manodopera qualificata, l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) ipotizza che, se la situazione economica delle imprese lo consentirà, molte aziende aumenteranno i salari.

L’aumento del potere d’acquisto è importante e sostiene l’economia. Ma la priorità è assicurare che le aziende dispongano di una solida base finanziaria, in modo da non mettere a repentaglio i posti di lavoro. Durante la pandemia molte aziende hanno vissuto attingendo alle loro riserve. Difficilmente saranno in grado di compensare completamente l’inflazione e finanziare un aumento dei salari reali.

Le prospettive economiche sono meno positive rispetto a qualche mese fa. Siamo di fronte a una possibile carenza di energia durante l’inverno. Non sarebbe prudente fare ora passi più lunghi della gamba.

Inoltre, la spirale inflazionistica ha rallentato. Rispetto al resto dell’Europa, l’inflazione in Svizzera è piuttosto moderata. A luglio, grazie all’aumento dei tassi di interesse della BNS, essa si è stabilizzata al 3,4%.

L’inasprimento della politica monetaria porta a conseguenze negative per lo sviluppo economico di molti paesi. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono sull’orlo di una recessione. Questo ha implicazioni negative per molti paesi fornitori e tra cui anche la Svizzera, che è una nazione fortemente orientata alle esportazioni.

Non vi sono particolari evidenze di una necessità di recuperare il ritardo in termini di trasferimento degli aumenti di produttività dalle aziende ai collaboratori. Spetta alle aziende decidere se concedere aumenti salariali generali o puntuali. Attraverso aumenti o bonus individuali i dipendenti sono incentivati a ottenere prestazioni superiori alla media.

L’aumento dei premi delle casse malati e il relativo contenimento di costi della sanità sono compito della politica. Se fossero i datori di lavoro a compensare questi aumenti, non farebbero altro che combattere i sintomi.