Problematica confusione tra progetto fiscale e riforma delle rendite

16 Maggio 2018 Comunicati stampa

La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati (CET-S) presenta una proposta complementare al Progetto fiscale 17, che vorrebbe completare con un nuovo elemento: una «compensazione sociale» attraverso l'AVS. Per i datori di lavoro, questo miscuglio tra politica fiscale e politica sociale è problematico.

Per evitare perdite fiscali miliardarie, la massima priorità attuale consiste nel finalizzare, entro l’autunno, un progetto fiscale basato su un ampio consenso interno e che sia accettato a livello internazionale. Soltanto un nuovo sistema fiscale fornirebbe alle imprese la necessaria certezza del diritto, motivandole ad investire ancora in Svizzera. Con la sua decisione unanime, la Commissione del Consiglio degli Stati ha ampiamente tenuto conto di questa necessità.

Gli elementi fiscali da essa considerati rendono possibile una soluzione efficace e politicamente equilibrata. Tuttavia, l’Unione svizzera degli imprenditori ha sempre insistito affinché nessun elemento estraneo al tema fosse introdotto nel Progetto fiscale 17. Questo principio viene attualmente violato con la proposta di voler legare il progetto fiscale all’AVS. Una simile aggiunta non migliora assolutamente l’efficacia della soluzione fiscale e non fa altro che aumentare la sua complessità interferendo con il processo di riforma della previdenza vecchiaia attualmente in corso. Il Consiglio federale ha annunciato di voler mettere in consultazione il progetto di riforma dell’AVS nel corso dell’estate. Secondo i datori di lavoro, un aumento dei costi salariali potrebbe entrare in considerazione solo nell’ambito della prossima revisione della LPP.

Il legame tra la politica sociale e il progetto fiscale è altamente discutibile anche dal punto di vista dell’unità della materia. Una delle lezioni tratte dalla riforma sulla Previdenza vecchiaia 2020 è che il popolo non apprezza i progetti che mischiano sistemi differenti. L’esempio della 6a revisione dell’AI mostra chiaramente quanto una simile procedura sia azzardata. La prima parte di questa 6a revisione comportava delle misure relative alle entrate. Nella seconda parte, il mondo politico aveva promesso misure basate sulle uscite. Ma il risultato è stato deludente. Mentre il popolo svizzero aveva accettato il finanziamento aggiuntivo dell’AI attraverso l’aumento temporaneo di 0,4 punti dell’IVA, la seconda parte della revisione è fallita in Parlamento. I datori di lavoro temono una ripetizione di questo scenario con l’AVS, dal momento che le entrate supplementari proposte non sarebbero seguite da misure strutturali. Senza contare che la proposta di aumento degli oneri salariali rincara la piazza industriale e intellettuale svizzera.

Per quanto concerne l’aspetto puramente fiscale del progetto, una grande maggioranza della commissione si è allineata alle raccomandazioni del Consiglio federale. L’Unione svizzera degli imprenditori può per principio condividere questa posizione, benché consideri in modo critico l’adeguamento previsto del principio degli apporti di capitale e dell’imposizione dei dividendi a livello federale e cantonale.

L’Unione svizzera degli imprenditori includerà queste considerazioni politiche nella sua valutazione del progetto. In attesa di ciò, gli ambienti economici riaffermano che non bisogna caricare eccessivamente il progetto se si vuole che abbia una probabilità di raccogliere una maggioranza di voti. Nessuno ha interesse a un nuovo fallimento della principale riforma fiscale presentata dopo decenni. Il costo sarebbe semplicemente insopportabile per il paese.

Informazioni

  • Roland A. Müller, Direttore dell’Unione svizzera degli imprenditori, Tel. 079 220 52 29, mueller@arbeitgeber.ch
  • Valentin Vogt, Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori,
    Tel. 079 634 12 10, vogt@arbeitgeber.ch