Nella consultazione sul finanziamento della tredicesima rendita AVS, il Consiglio federale aveva inizialmente proposto due opzioni: da un lato, il finanziamento esclusivamente attraverso l’aumento dei contributi salariali e, dall’altro, una combinazione di contributi salariali e un aumento dell’IVA. Nella sua risposta alla consultazione, l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) ha respinto fermamente il finanziamento esclusivamente attraverso deduzioni salariali più elevate. Sarebbe estremamente poco solidale scaricare i costi aggiuntivi di una tredicesima rendita AVS solo sulla popolazione attiva.
Oggi il Consiglio federale ha fatto una sorprendente inversione di rotta e ha annunciato che sarà presentata al Parlamento una terza proposta: il finanziamento della tredicesima mensilità AVS solo attraverso l’aumento dell’IVA. Il Consiglio federale giustifica la decisione affermando che il fabbisogno di finanziamento è ora inferiore al previsto grazie all’adeguamento delle prospettive finanziarie dell’AVS.
I datori di lavoro accolgono con favore il fatto che la tredicesima rendita AVS non venga finanziata attraverso percentuali di salario più elevate. Con l’aumento dell’IVA, tutti contribuiscono al finanziamento, compresi i pensionati che beneficiano di una rendita supplementare. L’USI accoglie con favore anche il pagamento annuale a partire dal 2026.
I datori di lavoro sono tuttora favorevoli a un aumento temporaneo dell’IVA. Una stabilizzazione sostenibile del 1° pilastro deve essere raggiunta attraverso misure strutturali nell’ambito di una riforma globale. Come primo passo, occorre elaborare correttamente le prospettive finanziarie dell’AVS da parte dell’UFAS.
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